La presuntuosa pretesa di meritare la felicità deve averci fregati, fregati tutti quanti, trasformandoci negli insoddisfatti patologici che siamo. Vuoti di desideri o dipendenti da desideri vuoti. Destinati in ogni caso a restare delusi perché non sappiamo accontentarci di altro che non sia la perfezione: un corpo attraente, una carriera di successo, la famiglia delle pubblicità. Abbiamo creduto che se avessimo nascosto limiti e inadeguatezze al mondo, il mondo ci avrebbe finalmente accettati, ma in questa maniera abbiamo rinunciato al più grande dei privilegi umani che invece è quello di fallire. Perché non saranno mai i nostri errori a condannarci, quanto piuttosto le nostre illusioni, e forse il vero imperdonabile peccato è proprio questo: dimenticarci del giardino che ci circonda per lasciarci sedurre dall’idea che per saziarci abbiamo bisogno di cogliere i frutti dell’unico albero che ci è precluso. Per questo continuiamo a prendercela con la vita quando non ci concede la fiaba che auspichiamo, e non ci accorgiamo piuttosto di aver già ricevuto tutto ciò di cui avevamo bisogno, che spesso è qualcosa di molto più vero e duraturo della felicità.
Lucia Bardeggia